I campioni presentati in questo lavoro provengono per la maggior parte da Leptis Magna e in particolare dal sito del Tempio Flavio, esplorato a partire dagli anni Sessanta del XX secolo da una missione italiana. Alcuni dei campioni selezionati per le analisi, a un esame preliminare, sono stati classificati come possibili indicatori di produzione (v. blocchetto vetro fuso semilavorato, goccia di vetro fuso, scheggia di vetro fuso incolore). Le tematiche di cultura materiale, da definire attraverso l’interrogazione dei campioni, riguardano l’attendibilità dell’ipotesi di una loro pertinenza a una produzione secondaria di vetro nel sito di Leptis Magna. In particolare la composizione del blocchetto di vetro grezzo può essere messa a confronto con quella di un frammento analogo proveniente da Tyros. I dati archeologici, per quanto piuttosto labili, inducono a collegare entrambi i campioni a una produzione tarda, forse già medievale per il pezzo da Tyros. La tessera di mosaico potrebbe rappresentare un elemento residuale proveniente dalla decorazione originaria del tempio. Le tipologie di reperti restituiti dallo scavo archeologico del Tempio Flavio di Leptis Magna e la loro abbondanza numerica tra i reperti dello scavo permettono di sostenere l’ipotesi di una lavorazione secondaria del vetro “in loco”. I valori molto bassi di MgO e K2O individuano il natron come fondente per la produzione vetraria. I contenuti di CaO e Al2O3, indicativi della componente vetrificante, mostrano una forte dispersione dei dati, a sostenere l’ipotesi che a Leptis Magna veniva lavorato, nelle officine secondarie, vetro proveniente da differenti località nell’ambito del bacino del Mediterraneo.

Analisi archeometriche su reperti in vetro da centri urbani del Mediterraneo: Leptis Magna (Libia) e Tyros (Libano).Alcuni dati preliminari.

RICCARDI, MARIA PIA
2011-01-01

Abstract

I campioni presentati in questo lavoro provengono per la maggior parte da Leptis Magna e in particolare dal sito del Tempio Flavio, esplorato a partire dagli anni Sessanta del XX secolo da una missione italiana. Alcuni dei campioni selezionati per le analisi, a un esame preliminare, sono stati classificati come possibili indicatori di produzione (v. blocchetto vetro fuso semilavorato, goccia di vetro fuso, scheggia di vetro fuso incolore). Le tematiche di cultura materiale, da definire attraverso l’interrogazione dei campioni, riguardano l’attendibilità dell’ipotesi di una loro pertinenza a una produzione secondaria di vetro nel sito di Leptis Magna. In particolare la composizione del blocchetto di vetro grezzo può essere messa a confronto con quella di un frammento analogo proveniente da Tyros. I dati archeologici, per quanto piuttosto labili, inducono a collegare entrambi i campioni a una produzione tarda, forse già medievale per il pezzo da Tyros. La tessera di mosaico potrebbe rappresentare un elemento residuale proveniente dalla decorazione originaria del tempio. Le tipologie di reperti restituiti dallo scavo archeologico del Tempio Flavio di Leptis Magna e la loro abbondanza numerica tra i reperti dello scavo permettono di sostenere l’ipotesi di una lavorazione secondaria del vetro “in loco”. I valori molto bassi di MgO e K2O individuano il natron come fondente per la produzione vetraria. I contenuti di CaO e Al2O3, indicativi della componente vetrificante, mostrano una forte dispersione dei dati, a sostenere l’ipotesi che a Leptis Magna veniva lavorato, nelle officine secondarie, vetro proveniente da differenti località nell’ambito del bacino del Mediterraneo.
2011
9788888018980
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