Nonostante la Legge 257/1992 abbia vietato estrazione, importazione, esportazione, produzione, commercializzazione ed impiego dell’asbesto (o amianto), le patologie asbesto-correlate continuano a rappresentare un rilevante problema di salute pubblica. Presentiamo la casistica della nostra Unità Operativa, relativa a 211 soggetti (192 maschi, 19 femmine) con pregressa esposizione professionale e/o ambientale, di età compresa tra 36 e 88 anni (media 62), giunti alla nostra osservazione dal Novembre 2000 al Maggio 2010, indagati in regime ambulatoriale (186) o di day-hospital (25). Dopo visita specialistica di medicina del lavoro con accurata anamnesi occupazionale, i pazienti sono stati sottoposti ad approfondimenti diagnostici comprendenti, a seconda dei casi, esami ematochimici, elettrocardiogramma, radiografia torace con classificazione ILO, tomografia computerizzata torace ad alta risoluzione, prove di funzionalità respiratoria, test del cammino in 6 minuti, emogasanalisi, lavaggio broncoalveolare (BAL) con ricerca dei corpuscoli dell’asbesto, esami istologici ed immunoistochimici (solo per i casi di mesotelioma). Al termine degli accertamenti sono state formulate le seguenti diagnosi: placche pleuriche benigne (35 casi), asbestosi (20 casi; con associazione di placche pleuriche in 10 pazienti), pneumoconiosi silico-asbestosica (5 soggetti; con associazione di placche pleuriche in 1 paziente), mesotelioma pleurico (21 casi), mesotelioma peritoneale (1 caso), mesotelioma testicolare (1 caso), carcinoma polmonare (1 caso). Pertanto, in 84 pazienti è stata diagnosticata almeno una condizione patologica causata dall’amianto. In 3 sono state identificate opacità parenchimali di non univoca interpretazione diagnostica, tuttora in follow-up clinico e strumentale. Dall’anamnesi è emerso che 184 pazienti erano stati esposti all’amianto in ambito occupazionale (in media circa 20 anni) e 15 nell’ambiente di vita; i restanti 12 avevano avuto un’esposizione combinata. I settori produttivi maggiormente coinvolti comprendevano: smaltimento amianto in cantieri navali, operazioni idrauliche o elettriche comportanti l’uso di amianto nelle coibentazioni termiche di tubature e trasformatori, manutenzione di caldaie coibentate, industria tessile, operazioni di demolizione e coibentazione in edilizia, costruzione e demolizione di altiforni, agricoltura. Per i casi professionali non precedentemente denunciati, è stata effettuata segnalazione alle Autorità competenti e al Registro Mesoteliomi della Lombardia. In conclusione, a patologia asbesto-correlata continua ad essere di comune osservazione nella pratica clinica. Particolarmente preoccupante è l’individuazione di 22 nuovi casi di mesotelioma maligno, dato concordante con le recenti proiezioni epidemiologiche secondo cui, nell’Europa occidentale, la mortalità per questa neoplasia dovrebbe raddoppiare ogni anno fino al 2018. In tale ambito, l’Italia si colloca tra i paesi con i tassi di mortalità più elevati; tra il 2012 ed il 2024 è atteso un picco di mortalità per mesotelioma pleurico di circa 800 casi/anno. E’ pertanto indispensabile proseguire la sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad asbesto, sia per identificare e monitorare la patologia derivante dal passato, sia per valutare l’effetto delle basse esposizioni verificatesi negli ultimi anni.

Patologie asbesto-correlate in ex-esposti: casistica clinica

LANFRANCO, ANDREA;TONINI, STEFANO;COSTA, MARIA CRISTINA;LUMELLI, DIEGO;GENTILE, ELISABETTA;SCOVAZZI, GABRIELE;DONDI, ELISA;CANDURA, STEFANO
2010-01-01

Abstract

Nonostante la Legge 257/1992 abbia vietato estrazione, importazione, esportazione, produzione, commercializzazione ed impiego dell’asbesto (o amianto), le patologie asbesto-correlate continuano a rappresentare un rilevante problema di salute pubblica. Presentiamo la casistica della nostra Unità Operativa, relativa a 211 soggetti (192 maschi, 19 femmine) con pregressa esposizione professionale e/o ambientale, di età compresa tra 36 e 88 anni (media 62), giunti alla nostra osservazione dal Novembre 2000 al Maggio 2010, indagati in regime ambulatoriale (186) o di day-hospital (25). Dopo visita specialistica di medicina del lavoro con accurata anamnesi occupazionale, i pazienti sono stati sottoposti ad approfondimenti diagnostici comprendenti, a seconda dei casi, esami ematochimici, elettrocardiogramma, radiografia torace con classificazione ILO, tomografia computerizzata torace ad alta risoluzione, prove di funzionalità respiratoria, test del cammino in 6 minuti, emogasanalisi, lavaggio broncoalveolare (BAL) con ricerca dei corpuscoli dell’asbesto, esami istologici ed immunoistochimici (solo per i casi di mesotelioma). Al termine degli accertamenti sono state formulate le seguenti diagnosi: placche pleuriche benigne (35 casi), asbestosi (20 casi; con associazione di placche pleuriche in 10 pazienti), pneumoconiosi silico-asbestosica (5 soggetti; con associazione di placche pleuriche in 1 paziente), mesotelioma pleurico (21 casi), mesotelioma peritoneale (1 caso), mesotelioma testicolare (1 caso), carcinoma polmonare (1 caso). Pertanto, in 84 pazienti è stata diagnosticata almeno una condizione patologica causata dall’amianto. In 3 sono state identificate opacità parenchimali di non univoca interpretazione diagnostica, tuttora in follow-up clinico e strumentale. Dall’anamnesi è emerso che 184 pazienti erano stati esposti all’amianto in ambito occupazionale (in media circa 20 anni) e 15 nell’ambiente di vita; i restanti 12 avevano avuto un’esposizione combinata. I settori produttivi maggiormente coinvolti comprendevano: smaltimento amianto in cantieri navali, operazioni idrauliche o elettriche comportanti l’uso di amianto nelle coibentazioni termiche di tubature e trasformatori, manutenzione di caldaie coibentate, industria tessile, operazioni di demolizione e coibentazione in edilizia, costruzione e demolizione di altiforni, agricoltura. Per i casi professionali non precedentemente denunciati, è stata effettuata segnalazione alle Autorità competenti e al Registro Mesoteliomi della Lombardia. In conclusione, a patologia asbesto-correlata continua ad essere di comune osservazione nella pratica clinica. Particolarmente preoccupante è l’individuazione di 22 nuovi casi di mesotelioma maligno, dato concordante con le recenti proiezioni epidemiologiche secondo cui, nell’Europa occidentale, la mortalità per questa neoplasia dovrebbe raddoppiare ogni anno fino al 2018. In tale ambito, l’Italia si colloca tra i paesi con i tassi di mortalità più elevati; tra il 2012 ed il 2024 è atteso un picco di mortalità per mesotelioma pleurico di circa 800 casi/anno. E’ pertanto indispensabile proseguire la sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad asbesto, sia per identificare e monitorare la patologia derivante dal passato, sia per valutare l’effetto delle basse esposizioni verificatesi negli ultimi anni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/332927
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