Il saggio analizza il ruolo che la disciplina europea di liberalizzazione delle comunicazioni elettroniche, dell’energia elettrica e del gas e del trasporto ferroviario attribuisce alle reti, in vista del risultato di effettiva apertura dei rispettivi mercati, che la disciplina stessa pone come risultato da raggiungere gradualmente nel lungo periodo. L’analisi conduce, da un lato, a chiarire la specificità delle funzioni amministrative nei mercati oggetto di liberalizzazione, concludendo che in quest’ambito il carattere finalistico dell’azione amministrativa non viene eliminato, come comunemente si ritiene, ma risulta esasperato, ciò che si modifica essendo invece il fondamento delle scelte amministrative, che devono essere basate su ragioni compatibili con la razionalità economica. D’altro lato, si afferma che i fini imposti all’azione amministrativa possono e devono essere interpretati come principi giuridici pienamente vincolanti. In questo contesto, il saggio mostra come i fini estrapolabili dalla disciplina delle reti, nell’ambito delle direttive di liberalizzazione, siano traducibili in un quadro di principi la cui vigenza consente di qualificare le reti medesime come beni ad uso comune degli operatori di mercato.
Beni ad uso comune del mercato e servizi in rete
TONOLETTI, BRUNO EMILIO
2004-01-01
Abstract
Il saggio analizza il ruolo che la disciplina europea di liberalizzazione delle comunicazioni elettroniche, dell’energia elettrica e del gas e del trasporto ferroviario attribuisce alle reti, in vista del risultato di effettiva apertura dei rispettivi mercati, che la disciplina stessa pone come risultato da raggiungere gradualmente nel lungo periodo. L’analisi conduce, da un lato, a chiarire la specificità delle funzioni amministrative nei mercati oggetto di liberalizzazione, concludendo che in quest’ambito il carattere finalistico dell’azione amministrativa non viene eliminato, come comunemente si ritiene, ma risulta esasperato, ciò che si modifica essendo invece il fondamento delle scelte amministrative, che devono essere basate su ragioni compatibili con la razionalità economica. D’altro lato, si afferma che i fini imposti all’azione amministrativa possono e devono essere interpretati come principi giuridici pienamente vincolanti. In questo contesto, il saggio mostra come i fini estrapolabili dalla disciplina delle reti, nell’ambito delle direttive di liberalizzazione, siano traducibili in un quadro di principi la cui vigenza consente di qualificare le reti medesime come beni ad uso comune degli operatori di mercato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.