SCOPO della STUDIO: confrontare il polarimetro a scansione laser con compensazione corneale variabile (VCC) con quello a compensazione corneale migliorata (ECC) in una popolazione di soggetti valutati per sospetto di neuropatia ottica glaucomatosa e suddivisi in base alle caratteristiche del cristallino. PAZIENTI e METODI: presso l’ambulatorio glaucoma della Clinica Oculistica dell’Università di Pavia sono stati valutati 182 pazienti consecutivi affetti da malattia glaucomatosa o sospetti, sottoposti a visita specialistica completa e a valutazione della funzione del nervo ottico con perimetria automatizzata standard (SAP) con programma 24-2 del perimetro Humphrey ed a valutazione morfometrica di RNFL con GDx-VCC e GDx-ECC in un intervallo di tempo non superiore a tre mesi. Di SAP sono stati presi in considerazione gli indici perimetrici globali difetto medio (MD) e deviazione standard dal modello (PSD e la stadiazione del difetto con GSS2 di Brusini. Dei dati forniti dal polarimetro si sono presi in considerazione la qualità dell’immagine “Q”, la tipicità della scansione TSS e i parametri morfometrici TSNIT average, TSNIT superiore, TSNIT inferiore e NFI. Si sono così selezionati 339 occhi suddivisi in 4 gruppi in base all’opacità del cristallino stadiato con il metodo LOCS III o con lentina intraoculare (IOL). I valori di Q, TSS ed i parametri morfometrici VCC ed ECC sono stati confrontati applicando il Wilcoxon signed-rank test e successivamente il coefficiente di concordanza di Lin “”. Le differenze tra gruppi sono state studiate applicando il test di Kruskal-Wallis: si sono valutate le differenze per quanto riguarda l’età, la pressione intraoculare (IOP), gli indici perimetrici e la stadiazione GSS2, la qualità “Q” della scansione e la sua tipicità TSS, NFI e gli spessori medi di RNFL attorno alla testa del nervo ottico (TSNIT average, superiore e inferiore). RISULTATI: i parametri VCC/ECC sono statisticamente diversi con il Wilcoxon signed-rank test e presentano una correlazione significativa ma modesta al calcolo del coefficiente di concordanza di Lin (ρ) con eccezione di NFI nel gruppo con lente trasparente. La concordanza è più scarsa tra gli pseudofachici. ECC rispetto a VCC fornisce scansioni di qualità nettamente migliori e misura costantemente spessori inferiori di RNFL e di conseguenza valori di NFI più elevati che esprimono una probabilità lievemente maggiore di danno glaucomatoso. Il test di Kruskal-Wallis ha permesso di mettere in evidenza le differenze tra gruppi in rapporto a: età, IOP, indici perimetrici MD e PSD e GSS2, parametri morfometrici. I gruppi sono diversi tra loro per età e IOP: i soggetti con lente trasparente sono i più giovani e con IOP più elevata, gli pseudofachici i più anziani e con valori di IOP minore. Nessuna differenza significativa è stata evidenziata per PSD mentre differenze tra gruppi si evidenziano per il difetto medio MD e GSS2 con i valori peggiori nei pazienti pseudofaschici o con lente opaca (NO/NC 3). L’opacità della lente e la pseudofachia condizionano negativamente anche la qualità della scansione (Q e TSS) con VCC ma non con ECC. Differenze significative tra gruppi si hanno per TSNIT superior e average. CONCLUSIONI: in un campione che si ritiene rappresentativo dei pazienti comunemente valutati nella pratica clinica quotidiana e poi suddiviso in base all’opacità del cristallino o alla presenza di IOL, il polarimetro a scansione laser con compensazione corneale migliorata (GDx-ECC) sembra fornire un elevato numero di scansioni di RNFL “tipiche” e di qualità elevata. Questo fa ritenere di poter ottenere modelli di nervo ottico più vicini al reale rispetto alla versione precedente (GDx-VCC). Ma se ECC misura spessori di RNFL inferiori a VCC, allora è possibile che GDx-ECC sia in grado di rilevare in modo più affidabile e più precoce i segni di neuropatia ottica glaucomatosa. Le condizioni del cristallino sembrano influenzare la qualità dell’esame e quindi l’affidabilità diagnostica dei risultati soprattutto con VCC: una lente sostanzialmente trasparente permette risultati migliori e più concordanti tra i due algoritmi. Una cataratta ma soprattutto una IOL condizionano il rilievo del segnale dovuto alla birifrangenza delle fibre nervose peripapillari.

INFLUENZA dei MEZZI DIOTTRICI sui RISULTATI della POLARIMETRIA a SCANSIONE LASER CONFOCALE

MILANO, GIOVANNI;BORDIN, MARCO;LANTERI, SARA;ROSSI, GEMMA CATERINA
2012-01-01

Abstract

SCOPO della STUDIO: confrontare il polarimetro a scansione laser con compensazione corneale variabile (VCC) con quello a compensazione corneale migliorata (ECC) in una popolazione di soggetti valutati per sospetto di neuropatia ottica glaucomatosa e suddivisi in base alle caratteristiche del cristallino. PAZIENTI e METODI: presso l’ambulatorio glaucoma della Clinica Oculistica dell’Università di Pavia sono stati valutati 182 pazienti consecutivi affetti da malattia glaucomatosa o sospetti, sottoposti a visita specialistica completa e a valutazione della funzione del nervo ottico con perimetria automatizzata standard (SAP) con programma 24-2 del perimetro Humphrey ed a valutazione morfometrica di RNFL con GDx-VCC e GDx-ECC in un intervallo di tempo non superiore a tre mesi. Di SAP sono stati presi in considerazione gli indici perimetrici globali difetto medio (MD) e deviazione standard dal modello (PSD e la stadiazione del difetto con GSS2 di Brusini. Dei dati forniti dal polarimetro si sono presi in considerazione la qualità dell’immagine “Q”, la tipicità della scansione TSS e i parametri morfometrici TSNIT average, TSNIT superiore, TSNIT inferiore e NFI. Si sono così selezionati 339 occhi suddivisi in 4 gruppi in base all’opacità del cristallino stadiato con il metodo LOCS III o con lentina intraoculare (IOL). I valori di Q, TSS ed i parametri morfometrici VCC ed ECC sono stati confrontati applicando il Wilcoxon signed-rank test e successivamente il coefficiente di concordanza di Lin “”. Le differenze tra gruppi sono state studiate applicando il test di Kruskal-Wallis: si sono valutate le differenze per quanto riguarda l’età, la pressione intraoculare (IOP), gli indici perimetrici e la stadiazione GSS2, la qualità “Q” della scansione e la sua tipicità TSS, NFI e gli spessori medi di RNFL attorno alla testa del nervo ottico (TSNIT average, superiore e inferiore). RISULTATI: i parametri VCC/ECC sono statisticamente diversi con il Wilcoxon signed-rank test e presentano una correlazione significativa ma modesta al calcolo del coefficiente di concordanza di Lin (ρ) con eccezione di NFI nel gruppo con lente trasparente. La concordanza è più scarsa tra gli pseudofachici. ECC rispetto a VCC fornisce scansioni di qualità nettamente migliori e misura costantemente spessori inferiori di RNFL e di conseguenza valori di NFI più elevati che esprimono una probabilità lievemente maggiore di danno glaucomatoso. Il test di Kruskal-Wallis ha permesso di mettere in evidenza le differenze tra gruppi in rapporto a: età, IOP, indici perimetrici MD e PSD e GSS2, parametri morfometrici. I gruppi sono diversi tra loro per età e IOP: i soggetti con lente trasparente sono i più giovani e con IOP più elevata, gli pseudofachici i più anziani e con valori di IOP minore. Nessuna differenza significativa è stata evidenziata per PSD mentre differenze tra gruppi si evidenziano per il difetto medio MD e GSS2 con i valori peggiori nei pazienti pseudofaschici o con lente opaca (NO/NC 3). L’opacità della lente e la pseudofachia condizionano negativamente anche la qualità della scansione (Q e TSS) con VCC ma non con ECC. Differenze significative tra gruppi si hanno per TSNIT superior e average. CONCLUSIONI: in un campione che si ritiene rappresentativo dei pazienti comunemente valutati nella pratica clinica quotidiana e poi suddiviso in base all’opacità del cristallino o alla presenza di IOL, il polarimetro a scansione laser con compensazione corneale migliorata (GDx-ECC) sembra fornire un elevato numero di scansioni di RNFL “tipiche” e di qualità elevata. Questo fa ritenere di poter ottenere modelli di nervo ottico più vicini al reale rispetto alla versione precedente (GDx-VCC). Ma se ECC misura spessori di RNFL inferiori a VCC, allora è possibile che GDx-ECC sia in grado di rilevare in modo più affidabile e più precoce i segni di neuropatia ottica glaucomatosa. Le condizioni del cristallino sembrano influenzare la qualità dell’esame e quindi l’affidabilità diagnostica dei risultati soprattutto con VCC: una lente sostanzialmente trasparente permette risultati migliori e più concordanti tra i due algoritmi. Una cataratta ma soprattutto una IOL condizionano il rilievo del segnale dovuto alla birifrangenza delle fibre nervose peripapillari.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/583814
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