Eutropio è sicuramente un autore ben noto a tutti i livelli del curriculum di latino, e anzi lo è molto di più nelle fasi iniziali di esso, proprio perché il suo latino pare obbedire alle regole di chiarezza e grammaticalità opportune per chi si deve esercitare nella comprensione e nella traduzione. Un’esame di alcune edizioni scolastiche da cent’anni a questa parte dimostra che il Breviarium di Eutropio nella pratica scolastica è stato utilizzato appunto come eserciziario, ben lontano cioè da una problematizzazione dell’autore e dell’opera che invece, alla luce dei pur scarsi studi in merito, appare opportuna. A un esame critico, infatti, l’opera appare linguisticamente interessante, perché, sotto l’apparente regolarità di forma, presenta fenomeni lessicali e sintattici da valutare in termini di evoluzione linguistica; e anche dal punto di vista contenutistico è interessante distinguere, fin dove possibile, quali fonti Eutropio selezioni (non soltanto Livio, pertanto) e a quale proposito. Dal punto di vista storico-letterario, infine, l’autore va contestualizzato in un preciso ambito culturale che produce una modalità letteraria – quella del compendio – diffusa non soltanto in ambito storiografico ma in molti campi del sapere (p. es. l’enciclopedia). Il caso di Eutropio, scrittore sostanzialmente banalizzato dalla pratica della scuola, appare esemplare di un certo modo di leggere i classici, allorché la lettura episodica, antologica o sporadica non ne consenta una valutazione organica. L’esame cursorio di alcuni altri casi consente pertanto una riflessione sulla modalità di approccio agli autori che ha ricadute importanti sulla didattica della lingua e della letteratura.
Eutropio e il destino dei "semplici"
GASTI, FABIO
2013-01-01
Abstract
Eutropio è sicuramente un autore ben noto a tutti i livelli del curriculum di latino, e anzi lo è molto di più nelle fasi iniziali di esso, proprio perché il suo latino pare obbedire alle regole di chiarezza e grammaticalità opportune per chi si deve esercitare nella comprensione e nella traduzione. Un’esame di alcune edizioni scolastiche da cent’anni a questa parte dimostra che il Breviarium di Eutropio nella pratica scolastica è stato utilizzato appunto come eserciziario, ben lontano cioè da una problematizzazione dell’autore e dell’opera che invece, alla luce dei pur scarsi studi in merito, appare opportuna. A un esame critico, infatti, l’opera appare linguisticamente interessante, perché, sotto l’apparente regolarità di forma, presenta fenomeni lessicali e sintattici da valutare in termini di evoluzione linguistica; e anche dal punto di vista contenutistico è interessante distinguere, fin dove possibile, quali fonti Eutropio selezioni (non soltanto Livio, pertanto) e a quale proposito. Dal punto di vista storico-letterario, infine, l’autore va contestualizzato in un preciso ambito culturale che produce una modalità letteraria – quella del compendio – diffusa non soltanto in ambito storiografico ma in molti campi del sapere (p. es. l’enciclopedia). Il caso di Eutropio, scrittore sostanzialmente banalizzato dalla pratica della scuola, appare esemplare di un certo modo di leggere i classici, allorché la lettura episodica, antologica o sporadica non ne consenta una valutazione organica. L’esame cursorio di alcuni altri casi consente pertanto una riflessione sulla modalità di approccio agli autori che ha ricadute importanti sulla didattica della lingua e della letteratura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.