Descriviamo il caso di una donna di 37 anni, impiegata presso una passamaneria del Nord Italia, affetta da circa cinque anni da algie al rachide e al cingolo scapolare, accentuatesi nell’ultimo anno, con recrudescenza al termine della giornata lavorativa. Anamnesi negativa per affezioni congenite del rachide. Una radiografia eseguita 5 anni prima evidenziava note artrosiche del tratto lombosacrale con iniziale discopatia L5-S1. Le attuali indagini strumentali (radiografia in proiezioni standard e dinamiche, risonanza magnetica) mostrano accentuazione del quadro artrosico con protrusione discale C5-C6, anterolistesi C3-C4 e C4-C5, discopatie con disidratazione D7-D11, protrusione discale mediana-paramediana bilaterale L5-S1. Dall’età di 15 anni la Signora pratica attività di tessitura manuale per 8 ore al giorno, con rare pause, in condizioni marcatamente disergonomiche. Il caso ribadisce la necessità di limitare il sovraccarico biomeccanico, aggiornando ove possibile le tecnologie, riducendo i fattori disergonomici ed introducendo periodiche pause durante il lavoro.
Spondilodiscopatia diffusa in operaia tessile esposta a inusuale rischio ergonomico
FLACHI, DANIELA;PAGELLA, CHIARA;PETRACCA, MATTEO;CANDURA, STEFANO
2013-01-01
Abstract
Descriviamo il caso di una donna di 37 anni, impiegata presso una passamaneria del Nord Italia, affetta da circa cinque anni da algie al rachide e al cingolo scapolare, accentuatesi nell’ultimo anno, con recrudescenza al termine della giornata lavorativa. Anamnesi negativa per affezioni congenite del rachide. Una radiografia eseguita 5 anni prima evidenziava note artrosiche del tratto lombosacrale con iniziale discopatia L5-S1. Le attuali indagini strumentali (radiografia in proiezioni standard e dinamiche, risonanza magnetica) mostrano accentuazione del quadro artrosico con protrusione discale C5-C6, anterolistesi C3-C4 e C4-C5, discopatie con disidratazione D7-D11, protrusione discale mediana-paramediana bilaterale L5-S1. Dall’età di 15 anni la Signora pratica attività di tessitura manuale per 8 ore al giorno, con rare pause, in condizioni marcatamente disergonomiche. Il caso ribadisce la necessità di limitare il sovraccarico biomeccanico, aggiornando ove possibile le tecnologie, riducendo i fattori disergonomici ed introducendo periodiche pause durante il lavoro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.