Introduzione. La pandemia di COVID-19 ha severamente colpito l’economia italiana. Rispetto all’ultimo mese pre-pandemico, gli occupati italiani sono quasi 900 mila in meno, con un aumento dei disoccupati di 652 mila unità (Istat, 2021). Sebbene nel marzo 2021 si sia registrato un aumento del tasso di occupazione, questi nuovi posti di lavoro sono principalmente da imputare al tempo determinato e ai lavoratori autonomi, mentre subisce un'ulteriore contrazione il numero dei dipendenti permanenti (ibidem). Nel risultante clima di incertezza generalizzata, le percezioni di job insecurity vengono sempre più riportate anche da coloro che hanno un’occupazione (Eurofound, 2021). Sebbene ad oggi la relazione tra job insecurity e conflitto lavoro-famiglia sia stata ampiamente confermata, non vi sono studi che analizzano tale associazione nei lavoratori italiani durante la pandemia. Obiettivi. Il presente studio si propone di esaminare se e come la job insecurity possa aver portato i lavoratori italiani a sperimentare conflitto lavoro-famiglia durante la pandemia. Metodo. 266 lavoratori hanno compilato un questionario self-report volto ad indagare: job insecurity, conflitto lavoro-famiglia, workaholism, tecno-overload, tipologia contrattuale, modalità di lavoro (telelavoro vs. in presenza), esperienza diretta e/o vicaria con il COVID-19. I dati sono stati analizzati tramite modelli di mediazione in parallelo. Risultati. La job insecurity si associa positivamente con la tendenza a lavorare in maniera eccessiva (β=.15, p<.05) e con il tecno-overload (β=.25, p<.001). Ciò porta i lavoratori a sviluppare conflitto lavoro-famiglia (β=.15, p<.001). Si rilevano differenze nelle percezioni di job insecurity tra lavoratori con differenti tipologie contrattuali, ma non tra lavoratori da remoto vs. in presenza. Limiti. Il presente studio trasversale utilizza soltanto misure self-report. Aspetti innovativi. Si tratta del primo contributo ad analizzare i meccanismi attraverso cui la job insecurity possa aver portato i lavoratori italiani a sperimentare vissuti di conflitto lavoro-famiglia durante la pandemia, includendo tra i mediatori una dimensione del tecnostress.

Job insecurity e conflitto lavoro-famiglia nei lavoratori italiani durante la pandemia: il ruolo di mediazione di workaholism e tecno-overload.

Valentina Sommovigo
;
Chiara Bernuzzi;Ilaria Setti;Elena Fiabane.
2021-01-01

Abstract

Introduzione. La pandemia di COVID-19 ha severamente colpito l’economia italiana. Rispetto all’ultimo mese pre-pandemico, gli occupati italiani sono quasi 900 mila in meno, con un aumento dei disoccupati di 652 mila unità (Istat, 2021). Sebbene nel marzo 2021 si sia registrato un aumento del tasso di occupazione, questi nuovi posti di lavoro sono principalmente da imputare al tempo determinato e ai lavoratori autonomi, mentre subisce un'ulteriore contrazione il numero dei dipendenti permanenti (ibidem). Nel risultante clima di incertezza generalizzata, le percezioni di job insecurity vengono sempre più riportate anche da coloro che hanno un’occupazione (Eurofound, 2021). Sebbene ad oggi la relazione tra job insecurity e conflitto lavoro-famiglia sia stata ampiamente confermata, non vi sono studi che analizzano tale associazione nei lavoratori italiani durante la pandemia. Obiettivi. Il presente studio si propone di esaminare se e come la job insecurity possa aver portato i lavoratori italiani a sperimentare conflitto lavoro-famiglia durante la pandemia. Metodo. 266 lavoratori hanno compilato un questionario self-report volto ad indagare: job insecurity, conflitto lavoro-famiglia, workaholism, tecno-overload, tipologia contrattuale, modalità di lavoro (telelavoro vs. in presenza), esperienza diretta e/o vicaria con il COVID-19. I dati sono stati analizzati tramite modelli di mediazione in parallelo. Risultati. La job insecurity si associa positivamente con la tendenza a lavorare in maniera eccessiva (β=.15, p<.05) e con il tecno-overload (β=.25, p<.001). Ciò porta i lavoratori a sviluppare conflitto lavoro-famiglia (β=.15, p<.001). Si rilevano differenze nelle percezioni di job insecurity tra lavoratori con differenti tipologie contrattuali, ma non tra lavoratori da remoto vs. in presenza. Limiti. Il presente studio trasversale utilizza soltanto misure self-report. Aspetti innovativi. Si tratta del primo contributo ad analizzare i meccanismi attraverso cui la job insecurity possa aver portato i lavoratori italiani a sperimentare vissuti di conflitto lavoro-famiglia durante la pandemia, includendo tra i mediatori una dimensione del tecnostress.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1440015
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