Locativi spaziali della lingua italiana e competenze definitorie in un campione di bambini con disturbo specifico di apprendimento (DSA)

La comprensione e l’utilizzo delle strutture linguistiche delle relazioni di prossimità sembrano precedute dall’acquisizione dei concetti spaziali, ossia da processi di tipo cognitivo (Bowerman, Choi, 2001; Cipriani, Chilosi, Pfanner, 1993). Contemporaneamente, il livello di competenza definitoria predice l'acquisizione della letto-scrittura meglio della conoscenza del significato delle parole (Gini, Benelli e Belacchi, 2005). Questo lavoro si propone di indagare entrambi gli aspetti in due piccoli gruppi di bambini con DSA (8 di 7 anni e 9 di 8 anni) e due gruppi di controllo, sia in relazione ai locativi concreti e astratti, sia per la costruzione della competenza definitoria (Belacchi, Benelli, 2007). Sono state somministrate le SPM, risultate tutte nelle norma, una prova di valutazione della competenza definitoria (Contenuto e Forma, Belacchi, Benelli, 2007), un testo narrativo con locativi spaziali concreti e una prova di Frasi (32 frasi con locativi concreti, astratti, idiomatici, di rilevanza percettiva). La prova dei locativi nella storia discrimina tra i bambini con DSA (8 anni: M 13.14, ds1.45; 9 anni: M 11.66 ds 2) e controlli (8 anni: M 17, ds 2.92; 9 anni: M 20, ds 1.73). Nella competenza definitoria dei locativi astratti sono maggiori le produzioni di livello intermedio per i DSA per entrambe le classi; nei controlli, l’andamento è simile, ma riguarda solo i livelli più elevati di competenza. Anche nella definizione della storia, il trend dei bambini DSA è simile a quello precedentemente descritto, mentre i controlli raggiungono la quasi totalità delle produzioni più complesse già in seconda. La prova di comprensione dei locativi astratti non discrimina tra i due gruppi, ma si osserva una tendenza.