Qualsiasi modello di progettazione di qualità prevede un piano di comunicazione riconducibile genericamente ad aspetti di: a) comunicazione esterna e di marketing = destinatari: opinione pubblica, portatori d’interesse, clienti effettivi e potenziali; obiettivo: far conoscere missioni ed azioni, creare goodwill, stabilire relazioni durature con i clienti; b) comunicazione interna = destinatari: dirigenza, operatori, collaboratori; obiettivo: promuovere coinvolgimento, cooperazione, miglioramento, riorientamento culturale. Tale visione, declinata con le dovute specificità di contesto, risulta essenziale anche nel campo della Educazione Sanitaria, intesa come strumento di comunicazione nell’ambito di processi di Promozione della Salute. L’Università di Pavia ha curato, per la DG Sanità di Regione Lombardia, il censimento e la valutazione dei progetti 2003-2004 di Educazione Sanitaria realizzati dalle ASL lombarde. E’ stata valutata la presenza/ assenza/correttezza/completezza dei seguenti aspetti: anagrafica; alleanze esterne; analisi contesto; criteri di scelta dei destinatari; obiettivi ed indicatori; pianificazione di: valutazione, programmazione, comunicazione; costi; risultati; materiali di approfondimento. Da una prima disamina dei dati rilevati si evidenziano criticità riferite ai Piani di Comunicazione. Nello strumento di rilevazione utilizzato nell’indagine, si richiedeva la descrizione di destinatari, strumenti e modalità di diffusione in riferimento al progetto. Nel 62 % dei progetti censiti sono presenti dati riferiti al Piano di Comunicazione. Una prima criticità è riferita ai destinatari che sono nel 87,5 % dei casi esterni (prevalentemente i destinatari del progetto di Educazione Sanitaria) e solo il 12,5 % li individua anche all’interno (azienda). Questo dato può essere letto come possibile segnale di una inadeguata cultura di confronto/condivisione, nonché di una bassa visibilità in ambito aziendale di quanto agito in tema di Educazione Sanitaria. Appare come ulteriore criticità che solo nel 38% si ritrovano indicate tutte e tre le componenti (destinatari, modalità e strumenti), dato che rende ipotizzabile una scarsa propensione ad un approccio pianificato di questo importante step progettuale.

I Piani di Comunicazione nei progetti di Educazione Sanitaria lombardi 2003-2004

ARPESELLA, MARISA;ARDALANI, NASSER GHOLI;BARBIERI, FEDERICA
2006-01-01

Abstract

Qualsiasi modello di progettazione di qualità prevede un piano di comunicazione riconducibile genericamente ad aspetti di: a) comunicazione esterna e di marketing = destinatari: opinione pubblica, portatori d’interesse, clienti effettivi e potenziali; obiettivo: far conoscere missioni ed azioni, creare goodwill, stabilire relazioni durature con i clienti; b) comunicazione interna = destinatari: dirigenza, operatori, collaboratori; obiettivo: promuovere coinvolgimento, cooperazione, miglioramento, riorientamento culturale. Tale visione, declinata con le dovute specificità di contesto, risulta essenziale anche nel campo della Educazione Sanitaria, intesa come strumento di comunicazione nell’ambito di processi di Promozione della Salute. L’Università di Pavia ha curato, per la DG Sanità di Regione Lombardia, il censimento e la valutazione dei progetti 2003-2004 di Educazione Sanitaria realizzati dalle ASL lombarde. E’ stata valutata la presenza/ assenza/correttezza/completezza dei seguenti aspetti: anagrafica; alleanze esterne; analisi contesto; criteri di scelta dei destinatari; obiettivi ed indicatori; pianificazione di: valutazione, programmazione, comunicazione; costi; risultati; materiali di approfondimento. Da una prima disamina dei dati rilevati si evidenziano criticità riferite ai Piani di Comunicazione. Nello strumento di rilevazione utilizzato nell’indagine, si richiedeva la descrizione di destinatari, strumenti e modalità di diffusione in riferimento al progetto. Nel 62 % dei progetti censiti sono presenti dati riferiti al Piano di Comunicazione. Una prima criticità è riferita ai destinatari che sono nel 87,5 % dei casi esterni (prevalentemente i destinatari del progetto di Educazione Sanitaria) e solo il 12,5 % li individua anche all’interno (azienda). Questo dato può essere letto come possibile segnale di una inadeguata cultura di confronto/condivisione, nonché di una bassa visibilità in ambito aziendale di quanto agito in tema di Educazione Sanitaria. Appare come ulteriore criticità che solo nel 38% si ritrovano indicate tutte e tre le componenti (destinatari, modalità e strumenti), dato che rende ipotizzabile una scarsa propensione ad un approccio pianificato di questo importante step progettuale.
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