Negli ultimi decenni riguardo gli alimenti funzionali sono state formulate numerose definizioni, tuttavia a oggi non esiste una definizione ufficiale o comunemente accettata. C’è chi ritiene che tutti gli alimenti possano in pratica essere considerati funzionali poiché ci forniscono i nutrienti e presentano pertanto effetti fisiologici. Altri ritengono che possano essere indicati come alimenti funzionali solo gli alimenti arricchiti o fortificati con un componente che presenta proprietà salutistiche. Più diffusa è l’opinione di chi considera alimenti funzionali quegli alimenti naturali o prodotti alimentari che contengono particolari componenti che producono effetti benefici sulla salute che vanno oltre i normali effetti nutrizionali. Gli studi sugli alimenti funzionali e i nutraceutici sono iniziati quando indagini di tipo epidemiologico hanno indicato che alcune diete producono effetti positivi sulla salute delle popolazioni che le consumano, mentre altre diete provocano un aumento del rischio di sviluppare malattie croniche. Da ulteriori numerosissimi studi è emerso che le diete che hanno mostrato effetti positivi sono tutte caratterizzate da elevata presenza di frutta, verdura, legumi, cereali integrali e pesce e sono, pertanto povere in colesterolo, grassi saturi e acidi grassi trans e, diversamente, ricche di polifenoli, fibra, acidi grassi 3. Questi studi nel loro complesso hanno dimostrato che gli alimenti contengono componenti bioattivi, diversi dai nutrienti che influiscono sulla nostra salute con azione negativa o positiva e in questo caso sono definiti nutraceutici. Con tale neologismo, coniato alla fine degli anni ’80, secondo la definizione più comune, si intende indicare una sostanza che viene assunta in quanto alimento o costituente di un alimento e al tempo stesso ha effetti protettivi sulla salute e diminuisce il rischio di sviluppare malattie croniche. Riportiamo infine la definizione per alimento funzionale formulata da FUFOSE (Functional Food Science in Europe): un alimento che influenza in modo positivo una o più funzioni dell’organismo, al di là di adeguati effetti nutrizionali, in un modo che risulta rilevante per un miglioralo stato di salute e/o benessere, e/o per una riduzione del rischio di malattia. Non è una pillola, una capsula o qualsiasi forma di supplemento dietetico. Sotto forma di dosaggio vengono, diversamente, somministrati i nutraceutici. Tra le attività più comuni e più importanti riscontrate per questi composti vi sono: l’attività antiossidante, la capacità di modulazione degli enzimi detossificanti e del metabolismo ormonale, la proprietà di stimolare il sistema immunitario, la capacità di ridurre l’aggregazione piastrinica e la pressione sanguigna. Alcuni composti presentano inoltre attività antibatterica e altri antivirale.

Alimenti funzionali e nutraceutici

PAPETTI, ADELE;DAGLIA, MARIA;MASCHERPA, DORA;GAZZANI, GABRIELLA
2010-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni riguardo gli alimenti funzionali sono state formulate numerose definizioni, tuttavia a oggi non esiste una definizione ufficiale o comunemente accettata. C’è chi ritiene che tutti gli alimenti possano in pratica essere considerati funzionali poiché ci forniscono i nutrienti e presentano pertanto effetti fisiologici. Altri ritengono che possano essere indicati come alimenti funzionali solo gli alimenti arricchiti o fortificati con un componente che presenta proprietà salutistiche. Più diffusa è l’opinione di chi considera alimenti funzionali quegli alimenti naturali o prodotti alimentari che contengono particolari componenti che producono effetti benefici sulla salute che vanno oltre i normali effetti nutrizionali. Gli studi sugli alimenti funzionali e i nutraceutici sono iniziati quando indagini di tipo epidemiologico hanno indicato che alcune diete producono effetti positivi sulla salute delle popolazioni che le consumano, mentre altre diete provocano un aumento del rischio di sviluppare malattie croniche. Da ulteriori numerosissimi studi è emerso che le diete che hanno mostrato effetti positivi sono tutte caratterizzate da elevata presenza di frutta, verdura, legumi, cereali integrali e pesce e sono, pertanto povere in colesterolo, grassi saturi e acidi grassi trans e, diversamente, ricche di polifenoli, fibra, acidi grassi 3. Questi studi nel loro complesso hanno dimostrato che gli alimenti contengono componenti bioattivi, diversi dai nutrienti che influiscono sulla nostra salute con azione negativa o positiva e in questo caso sono definiti nutraceutici. Con tale neologismo, coniato alla fine degli anni ’80, secondo la definizione più comune, si intende indicare una sostanza che viene assunta in quanto alimento o costituente di un alimento e al tempo stesso ha effetti protettivi sulla salute e diminuisce il rischio di sviluppare malattie croniche. Riportiamo infine la definizione per alimento funzionale formulata da FUFOSE (Functional Food Science in Europe): un alimento che influenza in modo positivo una o più funzioni dell’organismo, al di là di adeguati effetti nutrizionali, in un modo che risulta rilevante per un miglioralo stato di salute e/o benessere, e/o per una riduzione del rischio di malattia. Non è una pillola, una capsula o qualsiasi forma di supplemento dietetico. Sotto forma di dosaggio vengono, diversamente, somministrati i nutraceutici. Tra le attività più comuni e più importanti riscontrate per questi composti vi sono: l’attività antiossidante, la capacità di modulazione degli enzimi detossificanti e del metabolismo ormonale, la proprietà di stimolare il sistema immunitario, la capacità di ridurre l’aggregazione piastrinica e la pressione sanguigna. Alcuni composti presentano inoltre attività antibatterica e altri antivirale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/225189
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